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Chi siamo



COME DIVENTARE AZIONISTI

Radio Popolare è un'emittente indipendente, imperniata su una cooperativa formata da lavoratori e collaboratori, con la partecipazione di rappresentanti di forze politiche e sindacali che storicamente hanno sostenuto l'esperienza.

La cooperativa è azionista di riferimento della ERREPI SPA. Le azioni della SPA, oltre che dalla cooperativa sono detenute da un vasto numero di ascoltatori e da organizzazioni, societa', gruppi di uomini e donne cui è stato proposto di partecipare sostenendo l'ispirazione e i fini perseguiti da Radio Popolare.

Radio Popolare considera valori irrinunciabili, collaudati da un'esperienza quindecennale, la propria indipendenza e la propria funzione di servizio. E considera un diritto essenziale della persona quello di poter comunicare ed essere informata.

Per funzione di servizio Radio Popolare intende il porsi come soggetto di comunicazione, informazione e cultura di interesse pubblico, scegliendo esplicitamente di interpretare in particolare gli interessi di quanti (e sono la maggioranza della popolazione) sono costretti a subire i meccanismi dei processi informativi e non hanno strumenti ne' per incidervi ne' per tutelarsene. Cio' assume particolare rilievo in presenza delle concentrazioni editoriali, perseguite da forze politiche ed economiche: esse accentuano quei meccanismi che riducono la pluralita' delle voci, mortificano la liberta' di informare e comunicare, contribuiscono a determinare la subordinazione sociale di larghi strati della popolazione, spengono dissenso e dialettica, producono conformismo.

Radio Popolare intende operare in controtendenza: privilegiando la lettura critica della realta', senza emettere sentenze pregiudiziali ma con l'intento di scoprire, verificare, sollecitare, evidenziando cio' che non appare, rifuggendo da mode e conformismi, considerando le contraddizioni come elemento fecondo da conoscere e non esorcizzare, eleggendo come valore ogni spunto di trasformazione che si ispiri ai criteri dei diritti personali e collettivi, valorizzando la creativita' inespressa.

In nessun caso Radio Popolare dovra' essere portavoce o megafono di chicchessia, il suo impegno sara' quello di esprimere la pluralità del reale e restituire la voce a coloro che ne sono stati privati. Ciò comporta tra l'altro: la promozione di sempre nuove fonti (specie quando il sistema della informazione internazionale tende a restringerne il numero); un metodo di lavoro fondato sulla ricerca e sulla verifica competente; la partecipazione attiva del pubblico e la cooperazione con chiunque persegua questi stessi fini. Il proposito è quello di produrre una comunicazione non mercificata, tempestiva ma non compromessa in una scansione di tempi che snaturi la realtà, una comunicazione che sia anche strumento per la comprensione, la memoria, l'agire quotidiano.

Negli anni '90 Radio Popolare si propone inoltre di costruire una proiezione interregionale e nazionale delle sue attività e dei suoi servizi, senza tuttavia perdere le proprie radici locali.

I lavoratori di Radio Popolare intendono porsi in quella pattuglia di protagonisti della comunicazione che vogliono essere in sintonia con gli elementi progressivi di trasformazione, fornendo, non solo al pubblico ma anche a tutti coloro che lavorano per l'informazione, uno strumento attivo nel quale e con il quale intervenire.

Radio Popolare fonda i presupposti della propria indipendenza oltre che nella propria storia, nella propria autonomia finanziaria, nella criticita', nella ricerca, nella scelta di guardare alla trasformazione e in quella di schierarsi comunque a fianco di coloro i cui diritti sono conculcati, consapevole che essa si realizza anche in un concorso di intenti con soggetti politici e sindacali ma da essi non dipende. Con la convinzione che non vi siano modelli a cui rifarsi, ma vi sia una grande necessita' di dire, comunicare, intervenire attivamente nella comunicazione collettiva, conoscere i fatti e le possibili relazioni fra di essi, come contributo ad un "cercare senso" nell'esistente e nel possibile.

5 aprile 1990